Nasce dall’integrazione della Psicoterapia della Gestalt di Fritz Perls e della Psicologia Analitica di Carl Gustav Jung. Questi padri avevano entrambi una visione olistica e al tempo stesso sistemica della psiche e dell’individuo preso nella sua complessità sia organismica che relazionale. L’individuo è in costante relazione con il suo ambiente, così come è in costante negoziazione tra i suoi processi consci ed insconsci. La figura emerge da uno sfondo così come un bisogno o un’emozione emergono dal corpo in automatico, dall’inconscio, e allora sta alla coscienza e razionalità dell’individuo darne senso e significato e muoversi in modo costruttivo per la sua esistenza.

La visione junghiana allarga la ricerca alla dimensione del profondo, nei luoghi remoti dell’anima che in qualche modo sono condivisibili in ogni tempo e in ogni luogo.

L’attenzione viene posta sullo stare nel presente, nel «Qui ed Ora» così da permettere un contatto consapevole con ciò che si sta provando, avendo così la possibilità di scegliere come muoversi per ottenere ciò di cui si ha bisogno. Importante è l’approccio psico-corporeo che permette di mentalizzare le emozioni bloccate nel corpo, spesso causa di altrettanti blocchi nella vita.

La relazione è il punto centrale del processo di cura in quanto permette la ridefinizione di sé e la creazione di nuovi modi di stare al mondo.